Manutenzione EQ-G

26 01 2015

Dopo anni di permanenza in giardino, ho deciso di fare un po’ di manutenzione alla Orion EQ-G (equivalente della EQ6 ma rimarchiata Orion). Seguendo la guida di astro-baby.com, mi sono procurato i cuscinetti SKF e il grasso al litio arricchito con PTFE per cercare di incrementare le prestazioni della montatura.

Grasso al PTFE

Grasso al PTFE

Ho utilizzato un grasso spray al teflon per agevolare l’inserimento dei cuscinetti nelle sedi e per gli ingranaggi dei motori passo-passo.

Seguendo la succitata guida, ho proceduto, dapprima, allo smontaggio dell’asse di DEC. Qui sono emersi i primi problemi della guida di astro-baby: spesso viene suggerito di estrarre i cuscinetti più grandi usando il manico di un martello. Direi che tali indicazioni sono piuttosto ottimistiche in quanto i cuscinetti sono piuttosto tenaci; per lo smontaggio ho utilizzato una mazzetta da muratore da 5Kg battendo non sui cuscinetti ma sui un paio di cilindri in alluminio opportunamente torniti in modo da passare attraverso i fori della montatura ma, allo stesso tempo, sufficientemente grandi da spingere sulle ghiere in acciaio dei cuscinetti (in modo da non stressare le sfere).

L'attrezzatura per lo smontaggio

L’attrezzatura per lo smontaggio

Il procedimento di disassemblaggio è esaurientemente spiegato sul sito di astro-baby.com e non presenta particolari difficoltà (se non quelle precedentemente descritte).

L'asse di AR

L’asse di AR

Per la ripulitura delle corone dal grasso cinese ho usato un bagno di gasolio diluito con benzina: lasciando gli ingranaggi e gli spessori in teflon immersi per mezz’ora, le incrostazioni si ammorbidiscono a sufficienza per essere rimosse con un straccio o della carta assorbente; raccomando comunque di spruzzare con un compressore tutte le parti per eliminare eventuali impurità.

La corona e la vite senza fine di AR

La corona e la vite senza fine di AR

Su diversi siti internet viene spiegato come sostituire i cuscinetti cinesi con ben più performanti (e costosi) componenti SKF. Sebbene tale possibilità possa risultare valida per i cuscinetti dei due assi (6 x 6008 2RSH) e per i due conici reggispinta (30206 J2/Q e 32208 J2/Q), ritengo che i 4 piccoli cuscinetti che alloggiano le viti senza fine (4 x 608 2RSH) non necessitino di sostituzione. Infatti per permettere ai cuscinetti di lavorare correttamente, l’alberino della vite senza fine dovrebbe essere piantato nella corona centrale del cuscinetto: purtroppo abbiamo riscontrato una tolleranza di 0.02mm su tali alberi che rende il cuscinetto poco utile (l’albero gira nel cuscinetto stesso!).

Una volta lubrificati gli ingranaggi con il grasso al PTFE, ho dato inizio alla fase di riassemblaggio.

L'AR riassemblata

L’AR riassemblata

La boccola di AR ha comportato non pochi problemi sia per lo smontaggio che per il riassemblaggio: si tratta infatti di un cilindro in alluminio internamente filettato. Non riuscendo a trovare una chiave a fascia per tubi, abbiamo deciso di modifcare il pezzo fresandone due facce in modo da poterlo prendere con una pinza a pappagallo.

La boccola di AR modificata

La boccola di AR modificata

Un altro punto dolente delle varie guide riguarda la registrazione degli ingranaggi (sia delle viti senza fine che dei motori): nessuno infatti da delle indicazioni precise su come misurare i giochi ma si fa riferimento, vagamente, ad accoppiarli fino a che non si blocchino. Queste indicazioni, piuttosto spannometriche, sono piuttosto soggettive; per cercare di avere un’indicazione più precise dell’accoppiamento delle viti senza fine con le corone, ho installato sulla pinza a coda di rondine Losmandy un puntatore laser (letteralmente pinzandolo in una molletta da bucato, opportunamente selezionata 😉 ), grazie al puntino rosso, proiettato a qualche metro di distanza, ho regolato gli accoppiamenti in modo da ridurre al minimo il gioco durante l’inversione del moto.

Il "reggilaser"

Il “reggilaser”

Durante la prima fase della regolazione non ho utilizzato i motori ma ho semplicemente mosso gli assi agendo sugli ingranaggi interni (usando le dita); una volta ridotto al minimo il gioco, ho sistemato i motori (opportunamente ingrassati) e ho curato l’accoppiamento attraverso due piccoli fori di ispezione normalmente coperti da viti a tagli cacciavite.
Al termine del riassemblaggio, grazie al SynScan, ho fatto girare entrambi gli assi nei due versi facendo dei giri completi per verificare che non ci fossero punti in cui la montatura si potesse bloccare.

La montatura dovrà essere ancora provata sul cielo ma vorrei fare alcune considerazioni in base ad una mera valutazione meccanica: sebbene il rapporto qualità/prezzo delle EQ6 sia piuttosto vantaggioso, se confrontato con le alternative disponibili sul mercato, la qualità del prodotto è tutt’altro che eccelsa. La poca precisione degli alberi delle viti senza fine è una cartina al tornasole della bontà costruttiva, precisione che (non) si percepisce nelle fusioni e negli sfridi che si possono notare rimuovendo il pannello elettronico.

Ho dovuto, infine, rimuovere la vite di altezza che, appena comprai la montatura, sostituii con una autocostruita in acciaio inox: purtroppo anche questa versione più resistente ha subito una deformazione di qualche decimo; questo problema, più che noto, è stato risolto nella AZ-EQ6 con un ben più complicato sistema di asole e barre filettate.

Simone.





La montatura Australiana

19 01 2015

Ho trascurato un po’ il blog negli ultimi mesi ma posso dire, a mia discolpa, che l’attrezzatura, dopo averla realizzata, va anche utilizzata :-). Una delle ultime cose si cui mi sono messo a giocare è stata la realizzazione di un astroinseguitore impiegando una montatura Vixen SP piuttosto vissuta. Mettendo insieme un motore MT1 preso dal cassetto degli scheletri, un’improbabile pulsantiera Vixen (probabilmente degli anni ’80) e una testa a sfera della Manfrotto, recuperata da un’altra ristrutturazione, ho messo in piedi un astroinseguitore.

Purtroppo l’unica cosa che mancava era un cavalletto e pensare di spendere dei soldi (probabilmente risparmiando) per comprarne uno mi risultava intollerabile; con l’aiuto del mio babbo abbiamo buttato giù qualche schizzo per realizzare un treppiede che fosse allo stesso tempo leggero, solido e poco ingombrante. Prendendo spunto dalle montature della 10µm, ho voluto sperimentare un treppiede senza triangolo (quindi ad apertura fissa) con gambe a doppio tubolare in alluminio. Mio padre ha dovuto fare diversi esperimenti per trovare la corretta forma della testa del treppiede, infine abbiamo dapprima usato dei piedini da macchina utensile, poi ci siamo orientati verso dei solidissimi coni in acciaio (più adatti ad essere conficcati nel terreno).

La montatura Austrialiana

L’astroinseguitore Vixen SP autocostruito

Come sempre non può essere una mia autocostruzione se non ha un nome un po’ strano; questo astroinseguitore è stato battezzato Montatura Australiana perché ha seguito (e ha avuto di fatto il battesimo) il mio amico Aldo in un viaggio a Perth, in Australia. Grazie a questa attrezzatura, Aldo ha ripreso per 120″ con una focale di 18mm il complesso delle Nubi di Magellano e del polo sud celeste.

Le nubi di Magellano e il Sacco di Carbone

Le nubi di Magellano e il Sacco di Carbone

Sono contento che questa testa equatoriale sia tornata a servire operosi astrofili e spero che continui a dare soddisfazioni ai futuri proprietari (a cui la presterò).

Simone.