Torno con una autocostruzione fatta per un amico, Francesco, il quale ha acquistato recentemente un Newton Geoptik 200F4. Una volta arrivata la spedizione ci siamo accorti che il tubo era privo di anelli di fissaggio: dopo una ricerca online e un paio di telefonate (tra cui alla Geoptik stessa) è venuto fuori che tale telescopio impiega un tubo di ø250mm di diametro, misura totalmente fuori dagli standard cinesi che sfruttano anelli da ø235mm o ø285mm.
Purtroppo né i rivenditori ufficiali né la casa madre disponevano di una coppia di anelli per tale misura, cosa che già la dice lunga sulla serietà italiana nelle costruzioni astronomiche.
Come dico spesso, se vuoi una cosa che non esiste (più) te la devi inventare! Inizialmente abbiamo cercato qualche officina che potesse calandrare due anelli ma, oltre a diverse promesse mai mantenute, la risposta più frequente era legata all’elevato spessore di tali supporti (almeno 5mm).
Alla fine un amico ha fatto saltar fuori uno spezzone di tubo trafilato in ferro da ø240mm interni e 280 esterni, un residuato di lavori stradali risalente, con tutta probabilità, agli anni ’50.
Purtroppo né il tornio di mio padre né quello di mio zio hanno mandrini così grandi da poter lavorare un pezzo simile, quindi mi sono armato di telefono finché non ho trovato un tornitore (suocero di un mio amico) che ha potuto tornire il grezzo per portarlo a misura.
Inizialmente avevamo pensato di realizzare degli anelli leggeri, spessi 3 o 4mm, ma la sgrossatura del pezzo ha portato via 3 giorni interi e abbiamo quindi deciso di fermarci a ø275mm esterni con un’altezza dei pezzi di 35mm. Nonostante la riduzione mediante tornio, i due anelli risultanti continuavano a pesare 2.2kg l’uno!
Ispirato dagli anelli di Officina Stellare, ho convinto mio padre a fare 4 fresature, parallele a due a due, e abbiamo in seguito alleggerito ogni anello con 16 fori ø16mm sulle parti curve.
Avendo spianato le circonferenze, le parti più sottili sono arrivate ad uno spesso di 4mm. Volendo comunque utilizzare delle cerniere e, volendo evitare la deformazione nella saldature, ogni cardine è stato fissato con 6 brugole a testa bombata M4.
Nell’ottica di rendere tali supporti il più universali possibile, nelle fresature superiori (e inferiori) sono stati praticati 3 fori M6, di cui uno centrale (per le barre Vixen) e due equidistanti (per le barre Losmandy) con intersasse di 48mm.
Per le chiusure, mio padre ha saldato 4 alette di ferro di cui due filettate M10 e con il tornio abbiamo realizzato delle manopoline, distanziate da un tubo di allumino, M6, in modo che non fossero troppo ingombranti. Ad unire il tutto abbiamo più aggiunto una barra di tipo Vixen di marca SkyWatcher lunga 33cm.
Lo scheletro risultante ha raggiunto un peso di 3.340gr, comunque tollerabili per la EQ6. Il mio amico Francesco ha fatto una prova di montaggio con successo.
Essendo in ferro sarà necessario verniciare il tutto e aggiungere una protezione in velluto autoadesivo all’interno per non rigare l’ottica.
Come direbbe Boris Lametta: “Pesante è buono, pesante è affidabile!” 😀
Simone.