Tensore per il dobson collassabile

24 02 2016

Tempo fa la mia associazione acquistò un Dobson SkyWatcher Skyline da 10″ GO-TO; questo strumento ha la peculiarità di disporre di un tubo ottico collassabile.

Il dobson collassabile

Il dobson collassabile

Questa caratteristica risulta molto comoda per il trasporto ma ha il difetto di lasciar passare luci parassite durante l’osservazione. Per ovviare la problema ho chiesto ad una sarta di fiducia di confezionare un tubo di pile con relativi laccetti alle estremità.

La "maglia" del Dobson

La “maglia” del Dobson

Purtroppo questa copertura, vista la conformazione a tre barre del Dobson, porta ad un ulteriore problema: il telo tende a piegarsi verso l’interno del tubo ostruendo, parzialmente, lo specchio primario.

Il primario è ostruito dal telo

Il primario è ostruito dal telo

Ispirato dalle gonne in uso tra le madamine bene del ‘700 ho pensato di realizzare una steccatura per evitare questo afflosciamento del telo. Dopo aver parlato con un amico esperto (tra le altre cose) di stampa 3D, abbiamo realizzato tre clip di plastica adatte al diametro delle barre.

Le clip

Le clip

Ogni clip ha una vite M4 atta al fissaggio della stecca che andrà a sostenere il telo: ho utilizzato una sottile lama di alluminio da 15mm e spessa 2mm che ho comprato in un grande magazzino per il fai-da-te.

Il materiale necessario

Il materiale necessario

Per calandrarla mi sono aiutato con la curvatura degli anelli del Dobson stesso (quelli bianchi, non il lamierino del tubo).

La "stecca" ad anello

La “stecca” ad anello

Per il posizionamento delle clip mi sono basato su questi calcoli (validi solo per lo SkyWatcher da 10″): le barre distano 327mm e hanno un diametro di ø20mm, la clip ha uno spesso di 7mm quindi il raggio della circonferenza che inscrive il triangolo delle barre (addizionato delle clip) è di 222.73mm. Di conseguenza la circonferenza risulta di 140mm (1399.42mm).
Dividendo per tre questo valore risulta che le clip devono distare 466.47mm; per avere un punto di giunzione posto al centro di uno dei tre settori circolari è necessario porre la prima clip a 233.24mm.

La stecca in fase di montaggio

La stecca in fase di montaggio

Visto che la lama di alluminio risulta piuttosto flessibile, il cerchio tende a deformarsi un po’: per evitare troppe deformazioni ho praticato 7 fori sull’ultima sezione in modo da poter regolare la chiusura alla bisogna.

Il cerchio chiuso

Il cerchio chiuso

Per evitare che il pezzo d’avanzo del cerchio sporgesse (impigliandosi nella maglia del Dobson) ho aggiunto un anellino di velcro e ho impiegato un pomello femmina per fermare il bullone. Si comporta un po’ come la fibbia di una cintura.

La copertura "steccata"

La copertura “steccata”

Questa modifica permette una discreta regolazione in altezza ma abbiamo preferito rimuoverla ogni volta per poter collassare al massimo il tubo del telescopio. Come si può vedere dalla foto seguente, funziona!

Lo specchio non più ostruito

Lo specchio non più ostruito

Abbiamo collaudato la soluzione durante l’ultima osservazione pubblica con grande soddisfazione da parte di tutti.

Per coloro che intendessero intraprendere la costruzione, qui potete scaricare l’STL delle clip che potete convertire con uno slicer a vostro piacimento e stamparlo in 3D.
Ricordo infine che tutto il materiale di questo blog e del Gruppo Astrofili E. E. Barnard sono coperti da licenza CC non commerciale 😉

Simone.





La guida del C8

6 02 2016

Il bello di avere una CCD SBIG a doppio sensore è di usare un solo tubo per tutta la sessione fotografica: meno attrezzatura da portare e montare, meno peso sulla montatura, una sola ottica da collimare e mettere a fuoco.

Lo svantaggio di una camera doppio sensore è dato dai filtri che vanno a coprire entrambi i CCD; spesso il secondo sensore non risulta particolarmente performante e un filtro blu o a bamda stretta può renderlo cieco, soprattutto con ottiche di diametro ridotto.

Per questo motivo la SBIG ha realizzato una costosa testa di guida equipaggiata con il TC-237, ossia il sensore di guida della serie ST, che viene gestita e collegata al corpo principale della camera. A questo punto però è necessario avere un secondo tubo che faccia da telescopio di guida.

Con focali corte (600mm) sono riuscito a guidare con successo, in binning 1×1, con un cercatore celestron 9×50 rimaneggiato affinché potesse alloggiare la testa di guida, con una focale di 235mm. Purtroppo tale focale risulta insufficiente (almeno per la mia esperienza) per guidare il C8 ridotto a F6.3 (1288mm); allo stesso tempo, disponendo di una comune EQ6, devo mantenere i pesi ridotti per non superare la portata ridotta della montatura.

Dopo diversi esperimenti ho trovato una valida possibilità nel vecchio telescopio di guida di Cippaldo, l’Orion 80/480, un piccolo acromatico 50/360 rigorosamente autocostruito: Cippolo!

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Cippolo sul C8

Poiché il C8 equipaggiato con la SBIG, il riduttore di focale, il fuocheggiatore AstroFocus e i vari accessori risulta piuttosto pesante, ho chiesto a mio padre di trasformare il vecchio telescopio guida in una maniglia.

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La maniglia in alluminio

Per poter smontare rapidamente la guida, che altrimenti non starebbe nella cassa di trasporto, Cippolo è stato montato su una coda di rondine Vixen.

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La coda di rondine Vixen con relativa pinza

Il primo esperimento ha dato risultati positivi anche con pose di 20′, sebbene non tutte siano andate a buon fine.

Simone.