Guida in parallelo 60/900

1 07 2010

Devo dire che questa autocostruzione è nata per tanti motivi decisamente futili: mi annoiavo, il Tasco stava lì a prender polvere, avevo riciclato i suoi anelli originali per il GuideSpot, mio padre non aveva nulla da fare al tornio… :-P. Insomma, ho ripreso il Tasco 60/900 che usavo tanti anni fa come guida in parallelo sul C8 e ho incastrato il mio babbo per tornire un paio di nuovi anelli a parte da un tubo di alluminio.

Il mio babbo al lavoro al tornio

Il mio babbo al lavoro al tornio

Come per i vecchi anelli, ho cominciato praticando 3 fori a 120° per le viti di regolazione. L’anello anteriore ah 3 viti M5: il diametro ridotto blocca il tubo del telescopio ma permette una discreto movimento lungo l’asse.

L'anello anteriore

L'anello anteriore

Per l’anello posteriore, invece, ho optato per le solite tre manopole dell’Elesa: queste tre regolazioni saranno quelle che vengono usate maggiormente.

L'anello posteriore

L'anello posteriore

Ecco una fotografia degli anelli montati sulla barra di collegamento.

I due annelli e la barra

I due annelli e la barra

Il Tasco è proprio una cippetta e questi anelli, anche se solo di ø100mm di diametro, sembrano enormi a confronto.

Il Tasco negli anelli decentrabili

Il Tasco negli anelli decentrabili

Poi naturalmente un bel giro all’IGA per l’anodizzazione ed ecco gli anelli di un bell’inquietante rosso.

Gli anelli del Tasco anodizzati

Gli anelli del Tasco anodizzati

La barra di raccordo l’ho presa al BricoCenter, è una di quelle porcherie verniciate e quindi non posso farla anodizzare: vabbeh, l’ho detto che è un’autocostruzione en-passant? 😛

Il tasco con i suoi anelli rossi

Il tasco con i suoi anelli rossi

E per finire, ecco uno scatto del Tasco sul Vixen 150/750 che dovrà autoguidare.

Il Tasco guida il Vixen 150F5

Il Tasco guida il Vixen 150F5

Speriamo che gli F15 di questo fondo di bottiglia non siano troppo tirati per la camera di guida. Vedremo.

Simone





Barra di raccordo per Carl Zeiss 180/2.8

18 05 2010

Avendo a disposizione un corpo macchina in formato 6×6, la gloriosa Kiev 60 (reperibile nel mercato dell’usato a prezzi ormai stracciati), è nata l’idea di utilizzarla per realizzare scatti astronomici.
Generalmente la qualità ottica delle lenti è più che buona anche se è doveroso fare dei distinguo: l’80/2,8 a corredo è una di queste perle. Fortunatamente l’attacco consente di montare obiettivi Carl Zeiss per medio formato, e qui c’è solo più da sbizzarrirsi. Il grande campo disponibile sul 6×6 e l’altissima risoluzione che è in grado di fornire ne fanno un gingillo niente male per l’astrofilo in cerca di nuove esperienze.
Ho optato per un “assetto” molto semplice, apparecchio fotografico installato su una Heq5 stazionata al polo e lasciata in inseguimento senza guida: insomma, usare la montatura come semplice inseguitore senza troppi pensieri e vedere quello che salta fuori…per le evoluzioni c’è sempre tempo! 🙂
L’accessorio realizzato e descritto qui di seguito è una barra specifica che consente di ancorare tra loro il corpo macchina e la possente ottica Carl Zeiss 180/2,8. Il peso totale sale infatti alla non indifferente quota di 3,5Kg, troppo per essere sostenuto dal singolo attacco filettato della reflex o da quello presente sul collarino dell’ottica.
Considerando anche le posizioni inclinate che si possono raggiungere in una posa astronomica una soluzione del genere è impensabile.

Visione laterale

La barra è in alluminio da 10mm di spessore, lunga 12cm. E’ avvitata sul fondello della reflex con una brugola da 1/4” ed è stato realizzato un disco in alluminio di spessoramento da 8mm (collarino ottica e culatta della reflex sono su piani leggermente sfalsati).
L’ancoraggio sull’obiettivo è stato modificato: queste produzioni russe usano un foro filettato da 3/8 di pollice con all’interno una riduzione da ¼….soluzione che non mi è piaciuta molto. Ho acquistato una brugola da ¾, l’ho segata forata e rifilettata da 6mm a passo standard metrico, così da evitare l’impiego di altra viteria in pollici (costosa e poco reperibile per i miei gusti). Il “grano” così ottenuto è stato inserito dentro alla filettatura dell’ottica e via con la brugola da 6 per avvitarci la barra in alluminio.

Dettagli esplicativi

Infine il supporto è stato bucato e filettato sempre da 6mm per poter essere montato su una comune coda di rondine di tipo Vixen. I fori sono stati realizzati in modo tale che tutto l’apparato sia già bilanciato in declinazione così come lo si monta.
Ecco il risultato, anche se finale non è perchè manca l’anodizzazione nera. 🙂

Con questa focale conto di poter reggere circa 20minuti senza correzioni, tenendo conto del fatto che un 180mm che lavora su un fotogramma 6×6 equivale a circa un 100mm in 24×36.
Sicuramente in epoca digitale potrà apparire antidiluviana questa iniziativa, ma la pellicola ha ancora il suo fascino, sia a colore che in bianco e nero. Vedremo i risultati.

Francesco

Aggiornamento (N.d.Simone): anche la barra di Francesco è stata anodizzata, allego la foto.

La piastra anodizzata

La piastra anodizzata





GuideSpot sul C8

15 05 2010

Ed oggi, ho terminato il lavoro sul GuideSpot. Dapprima ho chiesto al mio babbo di tornire un tappo con un pezzo di Nylon (che ho rubato al sempre paziente Luciano).

Tappo GuideSpot

Tappo GuideSpot

E per finire ho montato il tutto sulla barra portaoggetti del C8.

Il C8 e la guida

Il C8 e la guida

Ora non mi resta che aspettare il bel tempo e provare tutta la baracca :-).

Simone





GuideSpot

10 05 2010

Ciao a tutti, avevo per casa un bellissimo fuocheggiatore cryford da 2″  e un obiettivo di SurplusShed 80/400; ci ho riflettuto un po’ e alla fine ho deciso di fare una nuova guida a corta focale, con degli anelli precedentemente torniti per un 60/900. All’epoca ebbi la fortuna di recuperare un grosso tubo in alluminio, di circa ø170mm: quando mi presentai dal mio amico Luciano con questi pezzi e la guida il suo stupore fu grande, visto che erano decisamente ingombranti per il piccolo Tasco che dovevano sostenere. A parte il fatto che avevo a disposizione solo quegli anelli, ho pensato che fosse una buona idea fare un supporto per la crescita.

Dopo un’intubazione molto simile a quella già fatta per Scapàdaca, ho incastrato il mio babbo (a cui, come ho già detto in precedenza, ho regalato un tornio per la pensione) per tornire sei piedini di teflon: lo scopo era di evitare che le viti M5 per la regolazione rovinassero irreparabilmente l’alluminio smaltato del tubo.

Piedino di teflon

Piedino di teflon

Sull’anello anteriore, ho utilizzato delle semplici viti M5 di lunghezza adatta a centrare la guida nell’anello; invece le tre viti posteriori sono realizzate con dei pomelli e hanno una lunghezza tale da poter decentrare al massimo il tubo, fino quasi a far toccare i piedini con l’interno dell’anello. In questo modo credo sia possibile effettuare un buon disassamento, senza necessità di utilizzare cacciaviti o strumenti vari.

Le viti di regolazione

Le viti di regolazione

Gli anelli sono solidamente connessi tramite una barretta di alluminio (comprata al Brico) da 20×5, i due fori che ho praticato hanno le dimensioni utilizzate dalla GK2 della Geoptik, anche perché sul C8 (tubo che dovrò guidare) avevo già predisposto una barra porta accessori con tale foratura. Come sempre (visto che è una delle mie fissazioni) ho messo del vellutino per proteggere il tutto da graffi (soprattutto dal graffiare gli altri :-)).

La barra di collegamento

La barra di collegamento

Questo GuideSpot in realtà è un’accozzaglia di tutta una serie di acquisti molto belli che però sono rimasti inutilizzati: infatti oltre allo splendido fuocheggiatore (una realizzazione meccanica veramente stupenda) e ai mastodontici anelli (che erano veramente coperti da un dito di polvere) ho riciclato anche il cercatore 6×30 che presi tempo fa per il mio amico Francesco. Visto che alla fine lui non poteva utilizzare il piccolo SkyWatcher (per questioni di ingombro) ho deciso di riciclarlo.
Penso che la staffa della SkyWatcher, con le due viti a 90° e la molla a 225° sia veramente un’idea geniale: poter regolare il cercatore con un mano sola, senza dover recuperare giochi su tre scomode viti, è una delle cose più furbe introdotte nell’astrofilia modera. Volevo rubare l’idea anche per questo telescopio di guida, ma avrei dovuto massacrare gli anelli anodizzati e mi spiaceva.

Il cercatore e il Fuocheggiatore gigante

Il cercatore e il Fuocheggiatore gigante

Ecco la realizzazione finale:

Ecco a voi GuideSpot

Ecco a voi GuideSpot

Una piccola nota, tutte le foto sono state realizzate tenendo il piccolo sul treppiede fotografico utilizzando uno speciale supporto, ma di questo parlerò in una prossima autocostruzione ;-).

Simone





Barra per due telescopi: le prove

17 08 2009

Alla fine ho provato la barra per due telescopi utilizzando il tubo più pesante in mio possesso: il Newton SkyWatcher 200F5 (8.3KG) con il Bresser R90 che uso recentemente come guida.

Barra a doppia coda di rondine Vixen

Barra a doppia coda di rondine Vixen

In compagnia dei miei vecchi, abbiamo provato ad osservare la Luna e devo dire che, anche dando un colpo deciso alla montatura, il tempo di smorzamento delle vibrazioni non supera i 3 secondi.

Il mio babbo e il telescopio

Il mio babbo e il telescopio

Spero di poter fotografare presto.

Simone





Barra a doppia Vixen

3 08 2009

Tempo addietro, in attacco di strumentite, comprai due code di rondine tipo Vixen usate. Una mi serviva, l’altra rimase nell’armadio dei “poi ci penserò” :-D.
L’altra settimana mi venne in mente di poter realizzare una barra a doppia coda di rondine, di modo da poter piazzare il telescopio guida di fianco al tubo di ripresa, invece che sopra. Non so se servirà, ma teoricamente abbassando il baricentro il bilanciamento dovrebbe essere meno critico.

Per congiungere la femmina a coda di rondine e la testa micrometrica alla coda maschio, ho usato una barra di profilato in alluminio da 40x10mm, che mi regalò un amico.

Doppia barra vixem

Doppia barra vixen

La coda di rondine maschio aveva già 4 fori ad asse parallelo filettati M4, quindi con delle semplici brugole  a testa svasata l’ho collega alla barra di supporto.

Coda di rondine maschio SkyWatcher

Coda di rondine maschio SkyWatcher

La coda di rondine femmina (Geoptik) presentava due fori in cui ho inserito delle brugole da 3. Il lavoro sarebbe risultato migliore se avessi avuto a disposizione un profilato da 50 perché le viti hanno poco materiale su cui avvitarsi: ma questo passa il convento.

Coda di rondine femmina Geoptik

Coda di rondine femmina Geoptik

Dalla parte opposta ho realizzato una piastrina di dimensione sufficiente per alloggiare la testa micrometrica Geoptik: mi dovranno pagare per tutta la pubblicità che gli faccio :-D.

Piastrina per la testa micrometrica Geoptik

Piastrina per la testa micrometrica Geoptik

Per finire ho aggiunto una brugola da 5 in centro alla barra, di modo da aumentarne la stabilità: per far ciò ho dovuto filettare un foro sulla coda di rondine, rovinandone l’anodizzazione, ma non potevo fare altrimenti. I fori da 12.5mm che si vedono servono per snellire un po’ il tutto, altrimenti la HEQ-5 non regge il peso: non comportano perdita di rigidità.

Barra completata con i relativi accessori

Barra completata con i relativi accessori

Costo dell’operazione:

  • Barra SkyWatcher 34cm 18€ (+5€s.s.) usata
  • Testa micrometrica Geoptik 100€ usata
  • Coda di rondine femmina Geoptik 45€ nuova

Totale: 166€

Se si toglie la testa, vengono 66€, che è un po’ meno di una barra già fatta con 2 piastrine (l’ho vista a 70€ +s.s.), ma spero che la mia soluzione sia più robusta. Presto i test (speriamo :-P).

Simone