Recentemente sono entrato in possesso si di un Vixen VMC110L, un piccolo catadiottrico da ø110mm F9.4 dallo schema piuttosto curioso basato sulla variante di Shafer/Field dell’originale di Maksutov.
A differnza dei classici Maksutov Rumak (come il famoso ETX-90) o dei Maksutov Gregory (come gli Intes), il VMC110L non ha una lastra correttrice a tutta apertura ma solo una piccola lente posizionata di fronte allo specchio secondario; di conseguenza, il secondario deve essere sorretto tramite spiders, come nei newton, in questo caso la Vixen ha impiegato 4 spider curvi, la cui forma aiuta a ridurre le aberrazioni dovute alla diffrazione della luce lungo i bordi degli stessi.
Come per altri catadiottrici (per esempio il C8), anche il VMC ha un sistema di fuocheggiatura con translazione dello specchio primario lungo un paraluce interno:
La differenza, rispetto ad altri schemi, e il vero punto dolente del VMC è dato dal sistema di collimazione: l’unico specchio regolabile è il primario tramite una coppia di viti M3 con taglio a croce. Due di queste coppie di viti sono nascoste da tappini di gomma, la terza si trova dietro la manopola di manovra dello specchio a 45° interno ed è accessibile rimuovendo tale manopola (basta tirare).
Dopo aver provato ad effettuare la collimazione con le sue viti originali (che tra l’altro sono incollate a vanno prima ammorbidite con qualche goccia di alcool), mi sono reso conto che la pessima fama sulla collimazione di questo strumento era, purtroppo, meritata. Ho quindi messo in pratica un paio di modifiche che ho trovato navigando su internet:
- La sostituzione delle viti a croce con delle brugole
- L’aggiunta di 3 molle sulle viti in trazione
La prima modifica è piuttosto semplice, basta procurarsi 8 brugole M3 della stessa lunghezza delle viti originali, avendo cura di sostituire una vite alla volta (altrimenti la culla del primario si stacca).
L’aggiunta delle 3 molle invece è decisamente più complicata, è necessario svitare il tubo di alluminio del telescopio, sfilare la monopola di gomma di messa a fuoco (che è fissata con una colla tipo bostik) e smontare (svitando le viti di collimazione) la culla del primario; a questo punto si possono alloggiare le molle sulle brugole, cercando di mantenere queste ultime nei loro fori, e rimontare il primario.
Questa modifica non è semplicissima e le molle tendono a cadere, ma è indispensabile per riuscire a collimare senza impazzire.
In merito alle tecniche di collimazione ho tentato diverse strade: proiettare la luce di una torcia a led attraverso un oculare da 10 o 20mm, il cheshire, il laser… purtroppo non ci sono scorciatoie. L’unico modo per collimare questo telescopio è usare una fonte di luce puntiforme (io ho usato una stella artificiale autocostruita) e ho collimato l’ombra del secondario in modo che fosse al centro. L’unico consiglio che posso dare è di ricentrare la stella ad ogni regolazione.
A partire dal telescopio smontato ci ho messo circa 2 ore a trovare il punto di collimazione migliore, nella speranza, a questo punto, che le future regolazioni siano ridotte al minimo.
Simone.