I lavori al newton 150F8 proseguono. Dopo un problema dovuto alla distanza del fuocheggiatore, incredibilmente troppo vicinoallo specchio primario (è la prima volta che ho un problema di fuoco troppo estratto…), ho provveduto a spostare la base del cryford verso l’obiettivo del telescopio.
Come anticipato nel post precedente, ho recuperato una seconda barra di alluminio da 10x40mm che ho utilizzato sia come porta-accessori, sia per alloggiare una comoda maniglia di trasporto del tubo, praticamente indispensabile vista il peso e l’ingombro di quest’ottica.
Visto che ho avuto la fortuna, qualche anno fa, di recuperare una testa micrometrica della Geoptik, ho praticato una serie di fori filettati lungo tutta la barra in alluminio allo scopo di poterla spostare alla bisogna.
Avendo realizzato questo strumento per poter far riprese fotografiche, la mia prima preoccupazione è stata quella di permettere alla mia reflex di andare a fuoco. Questa scelta ha penalizzato l’utilizzo dello strumento in visuale, infatti ho dovuto far realizzare al mio babbo un riduttore da 2″ a 1″¼ che permettesse l’utilizzo di comuni oculari.
Ed ecco il raccordo inserito nel fuocheggiatore.
Essendo il tubo in acciaio inox, la luce viene riflessa lungo il tubo come se fosse un grande specchio: per quanto possa apparire affascinante l’effetto, tale condizione è totalmente inadatta all’impiego astronomico. Come per tutte le altre autocostruttiti, ho abbondantemente foderato l’interno dell’ottica con il solito (ormai noioso :-P) velluto autoadesivo.
Sebbene ancora in fase embrionale e nonostante il tempo pessimo di questi giorni, sono riuscito a fare una foto di prova alla cima del noce che vive al fondo del mio giardino (circa 100m dalla posizione del telescopio), si tratta di uno scatto a 100ISO da 1/128″.
Resta ancora da applicare il trattamento di anodizzazione (rigorosamente nera) a tutte le superfici di alluminio. Nella prossima puntata analizzerò i singoli componenti e la soluzione che ho adottato per le celle degli specchi.
Simone.
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